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disegni a china

opere dal 1976 al 2013

presentazione di Teresa Caracelli

Dante Carracini estrae dalla sua vecchia scatola di metallo, di un verde celeste non ben definito, la canna di bambù da lui stesso raccolta e intagliata, la intinge nella china e comincia a tracciare dei segni, dei segni netti, densi, piatti che solcano e sembrano  quasi graffiare la levigata superficie del foglio. Pochi , rapidi segni e curve e la figura di una giovane donna nuda è già evocata, è già suggerita la lieve plasticità, la posa complessa, lo scorcio, il movimento, la staticità pensosa o il dolce abbandono … Qualche altro segno di china e la figura si stacca lievemente dal foglio, si solleva quel tanto che le serve a dominare la superficie uniforme dalla quale è affiorata, abbandona la carta, si libera dalla sua imprigionante origine di “segno” e diviene simbolo, illusione, inganno.  E’ questa la creatura dell’immaginazione di Dante Carracini; è lei il soggetto dei suoi disegni, è lei l’oggetto e lo strumento dei suoi esorcismi ed è sempre e ancora lei, la donna, anche ora che il colore sta entrando di diritto nelle sue opere. L’immagine è sempre apparentemente semplice, eppure ha una sua forza interiore, s’impone allo sguardo, ci costringe a fissarla e allora nel contorno appena delineato del volto si accende improvvisa l’espressione di uno sguardo e le mani ma di più ancora i piedi, finalmente liberi dall’usuale involucro protettivo che li nasconde da ogni sguardo indiscreto, anche dal più indagatore, rivelano la loro vera natura: sembrano animati di vita propria e sono nodosi, contorti, quasi adunchi, hanno un qualcosa di strano, di maligno … è come se il male, la perfidia e tutte le dimensioni più oscure della personalità si fossero concentrate e depositate lì, ultimo rifugio, ultima frontiera per non essere viste, scoperte, per lasciare apparentemente incontaminato tutto il resto del corpo. Ma l’inganno, inevitabilmente e inesorabilmente, si rivela nella nuda intimità e allora non c’è più scampo e la realtà appare chiaramente, gli opposti tornano a scontrarsi e gli atavici conflitti si riaccendono Il rimando all’Espressionismo è immediato e il pensiero vola a Kokoschka, Kirchner e si sofferma su Schiele e anche su Munch. Carracini attinge al passato inteso come imprescindibile patrimonio culturale ma vive il suo tempo in piena consapevolezza, così come con consapevolezza vive e convive con i suoi conflitti, diviso fra pulsioni diverse, fra il desiderio e la difesa, fra le diverse istanze psichiche ma sempre con ironia ed umorismo ed è forse per questo che il suo segno è sì graffiante ma non lacerante e, a volte, sembra che rechi in sé il germe più dolce della carezza.

natura naturans

disegni a china e collages, 2013