LE MALERBE
Laboratorio botanico. Roma
1991-1994
Dante Carracini, con la cura di un vecchio botanico, compone ed incornicia erbari: la geometria sottile delle piante si armonizza, con naturale eleganza, al gioco dei colori e delle loro sfumature, mantenendo intatto il fascino del magico, del mistero che da sempre accompagna la conoscenza e l’uso delle piante.
I suoi esemplari li raccoglie un po’ovunque: nei campi incolti risparmiati dai diserbanti, lungo i torrenti, in montagna, talvolta in città: riserva inesauribile di mille e mille varietà differenti.
Ogni quadro racconta così una storia diversa: accanto alla tavola delle felci spontanee, trova posto quella degli  alberi e degli arbusti; accanto alle erbe selvatiche commestibili, le specie velenose.
Tutto accuratamente classificato.
La scelta del nome “Malerbe” non è stata casuale: il termine è sinonimo popolare di grande attaccamento alla vita: “L’erba cattiva non muore mai”!
Il concetto botanico sta invece ad indicare un vastissimo gruppo di piante che l’uomo ritiene infestanti e, quindi, da estirpare: così la calendula, il rafano, la coda cavallina, il papavero, la stellaria, la malva, il fiordaliso, la camomilla, anche se, da sempre, ci regalano profumo, colori, cura e spesso alimento.
Ecco che allora la denominazione “Le Malerbe” si presta a sottolineare metaforicamente un condizione tipicamente umana: la tendenza a trascurare certi aspetti della personalità, considerati marginali o addirittura negativi, a vantaggio di altri socialmente più redditizi
Tra i clienti del laboratorio, a Roma, si annoverano studi di architettura e design quali SPAZIO 7,  ARCON e lo show-room  di Artesia Spa presso il Palazzo delle Esposizioni.